Storia di Bangkok



Bangkok all’inizio era un piccolo centro commerciale e portuale, chiamato Bang Makok, rotta cruciale via mare verso la capitale Ayutthaya dell’omonimo Regno. Dopo la distruzione di Ayutthaya da parte degli invasori Birmani nel 1767, il generale Taksin con un’abile e strategica manovra militare ripiegò su Thomburi da dove prese alla guida il Regno allontanando i Birmani e fondando la nuova Capitale Thomburi sulla sponda Ovest del fiume Mae Nam oggi chiamato Chao Phraya riunificando il Regno e proclamandosi Re.

Re Taksin governò il Regno di Thomburi con estrema decisione e spietatezza, però a un certo punto impazzi affermando addirittura di essere la reincarnazione del Buddha, quindi per preservare il Regno fu giustiziato con l’usanza riservata ai Reali avvolto in una sacca di velluto a bastonate in modo che il suo sangue Reale non toccasse terra, dai suoi stessi alti generali tra i quali Buddha Yodfa Chulaloke Phra Chakri,  il quale più tardi assunse il titolo di Re con il nome Rama I dando così origine alla dinastia Chakri tutt’oggi regnante. 

Nel 1782 Rama I (R.1782-1809) decise di spostare la città da Thonburi sulla sponda opposta del fiume a Bang Makok ribattezzandola Rattanakosin e per meglio difenderla dagli attacchi Birmani che avevano già saccheggiato e distrutta Ayutthaya vi fece costruire dei canali che assieme all’ansa del fiume formarono l’isola di Rattanakosin dove fece costruire edifici, il complesso del palazzo Reale, Templi e canali in modo da replicare lo splendore di Ayutthaya e Bang Makok divenne capitale del nuovo Regno di Rattanakosin con un lunghissimo nome cerimoniale (pag.2), poco a poco la città iniziò a espandersi e i mercanti Cinesi su volontà del Re furono spostati lungo il corso del fiume a Sud di Rattanakosin creando quello che oggi è conosciuto come Chinatown.

L’espansione di Bangkok continuò con Rama II (R. 1809-1824) famoso per essere un poeta e creatore del Ramakien una versione Siamese dell’epica indù Ramayana la cui vicenda affresca le pareti del Wat Phra Kaeo, e successivamente con Rama III (R.1824-1851) il quale diede molta importanza ai traffici marittimi per espandere il commercio del Siam verso l’estero aprendo cautamente agli occidentali, ma quando più tardi iniziarono ad arrivare le grandi navi delle potenze occidentali, per preservare il Regno impose un regime protezionistico negando l’accesso alle navi non autorizzate.

 La svolta e l’inizio dell’era moderna avviene con il Re Mongkut, Rama IV (R.1851-1868) figlio maggiore di Rama II, che aveva rinunciato al trono per abbracciare l’ordine monastico in favore del fratello più giovane (Rama III) suo predecessore al trono, Rama IV mise egregiamente a  frutto l’esperienza maturata durante ventisette anni trascorsi in monastero studiando le culture occidentali, il Latino e l’Inglese, nella politica estera, stemperando le tensioni create dal blocco navale, e stendendo trattati anche facendo delle concessioni territoriali atte al fine di tutelare l’indipendenza del Siam.                                                                                                                                                                               
La modernizzazione vera e propria di Bangkok iniziò con il Regno di Chulalonkorn, Rama V (R.1868-1910) il Sovrano che seppe condurre il Siam con notevole saggezza preservandone l’indipendenza cosa a quel tempo molto difficile data la famelica voglia di colonizzare da parte di Britannici, Francesi, Olandesi e Portoghesi.                                         Rama V è stato il sovrano più illuminato e ancora oggi è il più venerato di sempre assieme al Re dei Re, King Bhumibol, Rama IX (R. 1946-2016) recentemente scomparso dopo ben settanta anni di Regno.
Rama V fu il primo Re del Siam a visitare l’Europa di cui rimase molto impressionato per i fasti e dalle modernità viste, quindi comprese che per fare breccia nelle dinastie Europee non bastava presentarsi solo come Re del Siam ma doveva colpire la loro immaginazione con lo splendore del suo Regno lontano, il Re dunque avvertiva il bisogno di creare strutture sfarzose e monumentali che accrescessero il prestigio del Siam all’estero e gli Italiani furono esecutori materiali di buona parte di queste opere. Rama V diede vita a quello che sarà il periodo d’oro degli Italiani a Bangkok, anche se a onore del vero, uno dei primi a essere chiamati fu Gerolamo Gerini con incarichi militari e diplomatici il quale oltre ad essere il primo straniero della guardia Reale fu anche l’unico Europeo ad abitare all’interno della città Reale, non che fu tra i padri fondatori della famosa Siam Society di Bangkok che a tutt’oggi è sotto il patrocinio della Famiglia Reale. Rama V fu anche colui che abbreviò il lunghissimo nome della capitale semplicemente in Krung Thep Maha Nakhon, attuale nome ufficiale della città, anche se, oramai in tutto il mondo è chiamata Bangkok, una contrazione del vecchio nome Bang Makok.  
                                                    
 Rama VI (R. 1910-1925) proseguì in modo magistrale l’opera iniziata dal padre (Rama V), dopo una visita alla biennale di Venezia stupefatto dalle bellezze Italiane, continuò ad arruolare artisti, ingegneri, architetti e maestranze varie rendendo la città ancora più bella e sfarzosa, tale opera continuo fino in epoca più moderna con i sovrani che si successero. 

Alla fine degli anni 50 del 900 comincia l’irrefrenabile corsa allo sviluppo urbanistico di Bangkok che tranne una battuta d’arresto avvenuta nel 1997 a seguito di una grave crisi economica, continua tutt’oggi.  

Tra le opere Italiane più significative “del periodo d’oro” vanno segnalate il bel palazzo che ospita il Ministry of Defence, Baan Norasingh oggi conosciuto come Government House, Ananta Samakhom  Throne Hall, Abhisek Dusit Throne Hall, Suan Kularb Palace, Borom Phiman Palace, National Gallery, Parusakawan Palace (oggi noto come Royal Thai Police Museum), Museum of Siam, Neilson Hays Library, Chagrabongse Villa (oggi rinomato ristorante e boutique hotel), Baan Phitsanulok (dimora del Primo Ministro), Thewarat Sapharom Hall (Phayathai Palace), la sede della Siam Bank sulla banchina del fiume a Talad Noi (oggi utilizzata a scopi cinematrografici e foto pre wedding) e sempre sul riverside la sede della Est Asiatic Company, non che, la Custom House, che purtroppo oggigiorno è in stato decadente e parzialmente adibita a deposito dei vigili del fuoco, poi degni di nota anche il Tamnak Yai padiglione centrale del sede della Bank of Thailand, i Padiglioni della Chulalonkorn University, la stazione di Hua Lampong, lo stadio di mua-thay Ratchadamnoen Stadium, la chiesa di Santa Cruz a Thomburi e la singolare chiesa a forma di tempio Buddhista in soi  Ruam Rudee, il Mahadthai Uthit Bridge chiamato anche “weeping bridge”, il Phan Fa Leela Bridge, il Wat Benjamabhomit, Wat Ratchabophit e Wat Ratchathiwat, anche tutte le sculture moderne di Bangkok sono opera Italiana del maestro Corrado Feroci che di fatto, è stato il padre dell’arte moderna Thailandese fondando anche l’Università di belle Arti, la Silpakorn University (adiacente al Fine Arts Department dove c’è un piccolo Museo a egli dedicato) le sue sculture più famose sono quelle a Victory Monumet, Democraty Monument, Wong Wian Yai, all’ingresso del Lumpini Park e sul Memorial Bridge, inoltre tra le varie opere Italiane sparse nei dintorni di Bangkok, vanno segnalate anche la residenza Reale estiva di Hua Hin e la Stazione dei Treni ancora oggi rimasta così come fu concepita, e il singolare Wat Nivet a Bang Pa In, unico tempio Buddhista costruito con lo stile di una chiesa romana.  
                                                          
 Anche in epoca moderna le maggiori infrastrutture compreso skytrain e subway, il Suvarnabhumi Airport, numerosi building e hotels della città hanno un poco d’Italia essendo stati realizzati dalla Ital-Thai oggigiorno colosso del Sud Est Asiatico nel campo della costruzione e a capo di tante aziende sussidiarie in vari settori, nato nel 1958 dalla stima, amicizia e comuni interessi professionali tra Mr. Chaijudh Karmasuta e l’Ing. Giorgio Berlingieri il quale è stato anche l’artefice del rilancio della” Dama” di Bangkok, l’Oriental Hotel, nonché l’ultimo grande Italiano di Bangkok che ha di fatto chiuso il ciclo di quell’epoca d’oro iniziata un secolo prima con Gerini.  

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