Banglamphu, Khao San Road

By alex ercolesi - domenica, gennaio 07, 2018


Molo di sbarco arrivando via fiume è Tha Phra Athit, porta d’ingresso di quest’antico quartiere un tempo abitato dai membri di secondo livello della famiglia Reale che con le loro suntuose residenze e personalità ne facevano un’enclave aristocratica della città.
 Oggi si è trasformato in un’enclave turistica ai margini  dei grandi centri commerciali di Bangkok, un condensato di guest house, alberghi, ristoranti, pub, lavanderie, internet point, agenzie di viaggio, caffè, souvrenir, sarti Indiani, improvvisati negozi di ogni genere, saltimbanco e tutto quello che possa soddisfare le esigenze di un turista occidentale in vacanza. L’epicentro del quartiere è tra Khaosan Road, Chakrabongse Road e Soi Rambuttri, è qui che si concentrano anche i peggiori tassisti ed imbroglioni della città, ma nonostante tutto inspiegabilmente continua ad attrarre giovani e meno giovani da ogni parte del Mondo convinti che Bangkok sia tutta lì.
Khaosan; una fusione di odori aspri e pungenti provenienti dalle fogne inadeguate ai nuovi flussi turistici e dai carretti di street food dove si mangia di tutto compreso scorpioni e tarantole candite, appena quattrocento metri di strada caotica dove soprattutto nelle ore serali è rituale perdersi tra bancarelle e negozi di ogni genere di mercanzie per lo più taroccate o di poco pregio; abbigliamento e accessori, musica e film, e perfino improbabili documenti d’identità: patenti, tessere da poliziotto, da giornalista e studente universitario.
In molti sono convinti che questo continui ad essere quel posto economico meta per giovani  avventurieri squattrinati  descritto nel romanzo  di Alex Garland “l’ultima spiaggia”,  ma oramai non è più cosi, qui è stato tutto ricreato ad hoc per trarre profitto dai viaggiatori e quindi inevitabilmente qualunque cosa comprata in questo luogo è  più costosa della medesima comprata altrove.
Buoni prezzi invece si spuntano per le escursioni a patto che siano nei dintorni di Bangkok, invece bisogna evitare gli allettanti prezzi dei Tourist Bus notturni verso altre città, questi sono i chiacchierati “scammers bus” privi di sicurezza e dove  sistematicamente avvengono furti a bordo e nelle stive.
Oltre cinquant’anni fa Khaosan road,( tradotto letteralmente  strada del riso), era il posto dove comprare riso a buon mercato, più tardi negli anni settanta chissà perché divenne una meta per i “figli dei fiori”; giovani con una nuova visione del mondo, anticonformisti  amanti di “varie” libertà, dei diritti e delle droghe, i quali si spostavano all’interno delle cosiddette quattro “Kappa”;  Kabul, Katmandu, Kuta Beach e appunto Khaosan road.
Nei successivi anni ottanta attratti da questa suggestiva aura di oasi anarchica, estrema e trasgressiva, tra “canne libere”, cocktail economici ed incontri casuali, iniziarono ad affluirvi anche artisti, pensatori ma soprattutto viaggiatori zaino in spalla, poi dopo la versione cinematografica del romanzo di Alex Garland, “The Beach” è iniziata la sua trasformazione visibile oggi.
Non è mia intenzione demonizzare questa parte della città, sempre in continua evoluzione è un fenomeno turistico sociale e quindi certamente è da vedere, ma l’importante è approcciarla opportunamente informati e quindi osservarla con occhi consapevoli.

Una singolare esperienza è addentrarsi nei dedali di vicoli labirintici di questa zona dove si perde la cognizione topografica attraversando ambienti pubblici e privati che spesso interagiscono e si fondono tra loro facendo da scorciatoia verso i vicoli principali e dove si possono scoprire scorci di vita quotidiana degli abitanti del quartiere, botteghe di un’altra epoca o addirittura tranquilli complessi Templari che proiettano in un’altra dimensione, il più importante di questi si trova sull’angolo opposto della piazza rotatoria dove inizia Soi Rambuttri:  il Wat Bowon Niwet e il suo villaggio dei monaci.                                                                                                                                                                                                                                                                                                      Wat Bowon Niwet Wiharn (Pra Sumen road, ingresso libero aperto dalle 8 alle 17) questo tempio risale al 1829 ed è molto importante per i Thailandesi poiché è stato per lungo tempo la dimora di Rama IV, Re Mongkut durante i suoi 27 anni di vita monastica e del quale ne divenne l’abbate, negli anni successivi molti sovrani hanno studiato durante il loro monacato cioè il periodo di istruzione teologica che ogni Thailandese deve avere, anche il Re dei Re, Bhumibol nel 1956 ha trascorso 15 giorni in questo tempio come monaco ordinato. In questo tempio risiede il patriarca supremo del buddismo Thailandese, unico capo riconosciuto nel paese, qui ha sede anche la setta Buddhista Thammayut che è un piccolo e rigido ordine monastico considerato il più puro. Questo tempio è costituito da un Chedi che custodisce le ceneri di membri della famiglia reale, due Viharn, chiusi al pubblico e un Bot dall’insolita forma a “T”, annesso al Wat c’è il Padiglione Reale “ Phra Tamnak Phet” da poco restaurato e il tranquillo villaggio dei monaci dove tra i vialetti alberati e casette di legno regna pace e silenzio seppur a due passi da Kaosan.


 Wat Indrawihan, trascritto anche Indharawihan (una di quelle differenze che mettono in crisi navigatori e google map) dista appena 15 minuti a piedi dal Wat Bowon Niwet, l’ingresso è libero ed è aperto dalle 8 alle 20, questo Wat si raggiunge agevolmente incamminandosi in direzione Nord sulla Samsen Road che è la naturale estensione di Chakrabongse Road (epicentro turistico assieme a Kaosan e Rambuttri), anche se l’ingresso principale e ufficiale di questo Tempio è in Wisut Kasat Road (il controviale della Rama VIII Road che poi diventa ponte sul fiume) per continuare l’esplorazione di Banglamplu si consiglia di proseguire sempre diritto in Samsen Road passando sotto il ponte Rama VIII fino a incrociare poco più avanti sulla destra la stretta Soi 10 caratterizzata da un piccolo portale templare e una onnipresente bancarella di ghirlande di gelsomino che annunciano una via che conduce al Tempio. Entrando da questo piccolo portale offre una visione della vita quotidiana all’interno del villaggio camminando in angusti vicoli tra cani gatti motorini e biciclette e dove la maggior parte delle famiglie sono indaffarate sia nelle faccende domestiche sia in quelle commerciali annesse al vicino Tempio. La particolarità di questo tempio funerario è la grande statua del Buddha in posizione eretta alta 32 metri la cui costruzione iniziò nel 1867 per volere dell’abate del Tempio, Phra Somdej Buddhacan e completata solo nel 1927, ben 55 anni dopo la sua morte avvenuta ai piedi della grande statua durante la sua costruzione.


Wat Tri Thotsathep, piccolo tempio non lontano dal Wat Indrawihan, è nascosto tra i vicoli di Thanon Prachathipatai e soi Wora Phong (ingresso libero), quest’antico e tranquillo tempio risalente all’era di Rattanakosin è comune a tanti altri della zona ma è segnalato per le recenti pitture murarie in stile post moderno eseguite dall’artista Nazionale Chakrabhand Posayakrit, riconosciuti dalla critica come capolavori di arte Buddhista.

                                                                                                 


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