Oltre cinquant’anni fa Khaosan road,( tradotto letteralmente strada del riso), era il posto dove comprare riso a buon mercato,
più tardi negli anni settanta chissà perché divenne una meta per i “figli dei fiori”; giovani con una nuova visione del mondo, anticonformisti amanti di “varie” libertà, dei diritti e delle droghe, i quali si spostavano all’interno delle cosiddette quattro “Kappa”; Kabul, Katmandu, Kuta Beach e appunto Khaosan road.
Nei successivi anni ottanta attratti da questa suggestiva aura di oasi anarchica, estrema e trasgressiva, tra “canne libere”, cocktail economici ed incontri casuali, iniziarono ad affluirvi anche artisti, pensatori ma soprattutto viaggiatori zaino in spalla.
Descritta come meta per giovani e squattrinati avventurieri nel libro di Alex Garland “l’ultima spiaggia”, dopo la versione cinematografica “The Beach” è iniziata la sua trasformazione visibile oggi .
Un’enclave turistica ai margini dei grandi centri commerciali di Bangkok, un condensato di guest house, alberghi, ristoranti, pub, lavanderie, internet point, agenzie di viaggio, caffè, souvrenir, sarti Indiani, improvvisati negozi di tatuaggi, massaggi, parrucchieri, abbigliamento, saltimbanco e tutto quello che possa soddisfare le esigenze di un turista occidentale in vacanza.
Appena quattrocento metri di strada caotica dove soprattutto nelle ore serali è rituale perdersi tra bancarelle e negozi di ogni genere di mercanzie taroccate; abbigliamento e accessori, musica e film, e perfino improbabili documenti d’identità: patenti, tessere da poliziotto, da giornalista e studente universitario. Khaosan; una fusione di odori aspri e pungenti provenienti dalle fogne inadeguate ai nuovi flussi turistici e dai carretti di street food dove si mangia di tutto compreso scorpioni e tarantole candite.
L’epicentro della movida è tra Khaosan Road, Chakrabongse Road e Soi Rambuttri, è qui che si concentrano anche i peggiori tassisti e imbroglioni della città, ma nonostante tutto inspiegabilmente continua ad attrarre giovani e meno giovani da ogni parte del Mondo convinti che Bangkok sia tutta lì davanti ai loro occhi.
Molti pensano che questo continui ad essere quel posto economico descritto nel romanzo, ma oramai non è più cosi, qui è stato tutto ricreato ad hoc per trarre profitto dai viaggiatori e quindi inevitabilmente qualunque cosa comprata in questo luogo è più costosa della medesima comprata altrove.
Buoni prezzi invece si spuntano per le escursioni a patto che siano nei dintorni di Bangkok, invece bisogna evitare gli allettanti prezzi dei Tourist Bus notturni verso altre città, questi sono i chiacchierati “scammers bus” privi di sicurezza e dove sistematicamente avvengono furti sia a bordo sia nelle stive.
Non è mia intenzione demonizzare questa parte della città, sempre in continua evoluzione è un fenomeno turistico sociale da vedere, ma l’importante è approcciarla opportunamente informati e quindi osservarla con occhi consapevoli, però bisogna farlo in fretta perchè la sua fama dovuta al film ed il conseguente afflusso che oggi supera un milione di visitatori l’anno sono all’origine di quello che forse inevitabilmente segnerà la sua fine, il “restyling” e riorganizzazione governativa prevista tra Ottobre 2019 e Febbraio 2020.
L’enorme massa di afflusso turistico degli ultimi anni ha creato vari problemi di illegalità generalizzata e di igiene, già attenzionata dal governo lo scorso anno che era intervenuto in maniera leggera, viste le animate proteste degli interessati, limitandosi soltanto a ridurre il numero di attività commerciali.
Adesso dopo l’apertura delle nuove stazioni MRT e la riqualificazione di alcuni canali adiacenti, le autorità competenti hanno rilanciato con un piano di ristrutturazione totale per Khaosan che prevede la creazione di una walking street e la regolamentazione delle attività commerciali sia per numero sia per orari cosi di fatto eliminando lo struscio notturno e il bivacco dei backpakers che qui si concentra nelle tarde ore serali.
Tolleranza zero su merci illegali, falsificate e perfino i famosi palloncini gonfiati con ossido di diazoto noto come “gas esilarante” e non certo utilizzati per le feste dei bambini, inoltre controlli serrati su permessi e licenze per contrastare l’anarchia commerciale .
Inevitabilmente questo lifting urbano segnerà la fine dell’era Khaosan, la fine di un atmosfera cinematografica anarchica e vintage, la fine di venditori di paccottaglia e viaggiatori squattrinati, la fine di incontri casuali con storie da raccontare e forse anche la fine di tante truffe e inganni consumati ai margini di questa strada.
Agosto 2020 si riapre, eh si proprio così infatti durante i mesi di lock down si è lavorato duro per dare un’aspetto definitivo alla strada, molto discutibile ma molto ordinato soprattutto con i paletti che delimiteranno la zona bancarelle dalla strada, dagli orari di vendita (fino alle 24) e dal numero chiuso di bancarelle, cosi di fatto passando da un estremo all’altro.
Il progetto di riqualificazione fortemente voluto dall’amministrazione comunale e fin’ora costato circa 50 milioni di Baht non si ferma a Khaosan e corre voce che non si limiterà alla sola Khaosan.
Dicembre 2022 oramai Khaosan ha perso completamente quel fascino datato da backpakers e figli dei fiori, tutti i negozietti, locali (sparito pure il Lava Club) e barrettini di una volta sono stati soppiantati da Cannabis shop e pseudo tecno bar che sparano musica a volume altissimo e data la loro vicinanza alla fine si mischia tutto in un baccano insorpottabile, ancora vivibile e soi Rambrutti dove qualche localino carino resiste ancora.
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